Dietro ogni sorriso ritrovato c’è molto più di un gesto tecnico: c’è un progetto, una visione e una serie di scelte guidate da un principio semplice, ma fondamentale.
In questo caso di riabilitazione totale, l’obiettivo non era solo ripristinare l’estetica, ma restituire al paziente una funzione piena, stabile e naturale, seguendo un approccio totalmente protesicamente guidato, con il supporto della pianificazione digitale e di un lavoro di squadra chirurgico-protesico di altissimo livello.
Il paziente si è presentato con una condizione orale complessa: una protesi provvisoria compromessa, usura evidente, perdita di dimensione verticale, instabilità masticatoria e un’estetica non più adeguata al suo volto. La sfida non era solo tecnica, ma anche umana: restituire sicurezza, serenità, espressività.
Dalla progettazione alla chirurgia: il flusso digitale come alleato
Tutto è partito dalla raccolta dei dati diagnostici, con scansioni intraorali e imaging radiologico. La progettazione digitale ha permesso di costruire una simulazione precisa della futura protesi, studiata non solo per essere esteticamente corretta, ma anche funzionalmente efficiente e personalizzata sulle caratteristiche anatomiche e posturali del paziente.
A partire da questa progettazione è stata elaborata la guida chirurgica per il posizionamento implantare. La chirurgia ha seguito quindi le esigenze della protesi, non il contrario. Gli impianti sono stati inseriti seguendo un piano tridimensionale ragionato, che ha permesso il rispetto dei corretti rapporti tra osso, mucosa e restauro.
La protesi non arriva alla fine: guida ogni fase
Ciò che ha fatto davvero la differenza è stato l’approccio “prosthetically driven”. La protesi definitiva è stata concepita fin dall’inizio, e ogni passaggio clinico è stato funzionale a raggiungere quel risultato, e non adattarsi a ciò che si poteva ottenere.
Anche la protesi provvisoria è stata parte integrante del processo, utilizzata come strumento di valutazione funzionale e come test per le dinamiche occlusali. In questo modo, la protesi non è mai stata un elemento passivo, ma un vero e proprio strumento diagnostico e terapeutico.
Un lavoro tecnico di altissima precisione
Per ottenere un risultato così preciso e naturale, è stata fondamentale la collaborazione con il laboratorio di Francesco De Giovanni (www.artdentaldesign.com). Il lavoro tecnico è stato eseguito con grande cura, utilizzando strumenti digitali avanzati per garantire la perfetta integrazione tra la struttura implantare e il disegno protesico.
Ogni dettaglio — dalla scelta dei materiali al bilanciamento occlusale — è stato curato per offrire al paziente un risultato che fosse stabile, estetico e, soprattutto, confortevole. Una sinergia costante tra clinica e laboratorio ha trasformato la visione iniziale in un sorriso reale.
Un risultato in armonia
Il risultato finale parla da sé. Il sorriso è naturale, armonico, perfettamente integrato con le proporzioni del viso. Ma la vera soddisfazione è nello sguardo del paziente: più sicuro, più sereno, finalmente libero di esprimersi.
Non è solo una questione di estetica. È una questione di funzione, di benessere e — in fondo — di identità.
Questa riabilitazione non ha semplicemente sostituito dei denti: ha restituito equilibrio, stabilità e qualità di vita.






